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GAZZETTA DELLA SERA. Luis Enrique resta in sella; le eventuali alternative sono Ancelotti o Rijkaard. Bojan: “Non sono pentito di aver scelto la Roma”. Borini resterà in giallorosso

Luis Enrique

Partiamo ovviamente da Luis Enrique è per riassumere i temi cladi di questo lunedì 5 dicembre. Il tecnico spagnolo è rimasto molto scosso dalla contestazione dei tifosi. La società a partire da Baldini, sembra non aver intenzione di esonerare l’asturiano, ma iniziano a farsi largo i primi malumori. Domani l’allenatore parlerà con la squadra e capirà se i giocatori sono ancora con lui. In caso contrario potrebbe chiedere del tempo ai suoi, oppure dimettersi. Arancha Rodriguez, giornalista spagnola, dubita che il mister possa prendere questa via: “Da quello che conosco io Luis, non credo che si dimetta- spiega la giornalista-. Lui è un vincente. Non ha fatto clamorosamente male da doversi dimettere”. Intanto però continuano a circolare i nomi dei possibili sostituti, con Carlo Ancelotti sempre in testa; l’allenatore emiliano non ha solo la preferenza del pubblico giallorosso, ma gode anche dei favori del pronostico secondo i bookies internazionali che lo quotano a 2,20 come possibile successore di Luis Enrique. Altro nome papabile è quello di Frank Rijkaard che, come sostiene l’agente Fifa Diego Tavano, sarebbe pronto a svincolarsi dall’incarico con la federazione araba per allenare nella capitale.

Bojan Krkic

Capitolo Bojan. L’attaccante spagnolo, durante la presentazione della sua biografia Il mio Barça a Barcelona”, ha ribadito la sua voglia di far parte della Roma, dichiarando di non essere pentito di questa scelta: “Quando ho deciso di andare alla Roma non ho pensato a quello che mi lasciavo alle spalle, ma solo alla nuova sfida che mi aspettava – spiega Bojan – I giorni passano e non mi pento di nulla. Anzi, sono molto contento di essere andato a Roma”.

Brutte notizie invece per quanto riguarda Gabriel Heinze, a rischio squalifica per prova televisiva a causa della gomitata rifilata a Gamberini, durante il calcio d’angolo da cui è scaturito il rigore del 3 a 0. L’eventuale squalifica sarebbe una tegola pesantissima per una Roma già decimata dagli infortuni e dai provvedimenti disciplinari.

Fabio Borini

La Roma intanto continua a monitorare costantemente il mercato. L’agente di Borini ha dichiarato oggi che il calciatore si trova bene nella capitale e che vuole fortemente rimanere e continuare la sua avventura in giallorosso. Per un attaccante che resta, ce n’è uno pronto ad andare via: Marco Borriello è pronto a partire a gennaio, con possibile destinazione Genova. Preziosi lo vuole con forza, vista la necessità di rinforzare il reparto d’attacco dei rossoblù, ma per ora le parti sono molto distanti. Dal Portogallo arrivano conferme dell’interessamento della Roma per Garay, centrale difensivo ex Real, mentre l’esterno del Barcelona B Montoya, più volte accostato dalla Roma, ha firmato il rinnovo di contratto con la società blaugrana.

 

Chiudiamo questa rassegna di giornata con uno stralcio delle interviste a Bortolo Mutti ed Emiliano Mondonico, realizzate dalla redazione di Gazzettagiallorossa.it, per avere un parere sull’operato di Luis Enrique da chi di panchine in Serie A se ne intende:

Stai seguendo Luis Enrique?

Mutti: “Si, ovviamente c’è un po di curiosità intorno a lui. Diciamo che è sotto osservazione. I risultati, si sa creano malumori, tuttavia è un progetto tutto nuovo, fatto di tattiche nuove, giocatori nuovi qualche volta schierati in ruoli non loro. Purtroppo noi allenatori siamo legati ai risultati e quella di Firenze è una sconfitta pesante e importante che crea tanti punti interrogativi”.

Mondonico: “Si, seguo tutto quanto il progetto che è molto interessante. Lui porta avanti le sue idee. Viene da una scuola precisa di calcio che pensa dia il meglio di quanto si possa ottenere. E’ un allenatore che va avanti con le sue idee, ma ovviamente ci sono tanti se e tanti: se la squadra è in grado di portare avanti questo progetto, se ne vale la pensa portarlo avanti, se i giocatori sono adatti. Chi ha sposato questo progetto comunque non ha nessuna colpa. Secondo me la Roma non ha i giocatori per giocare in questa maniera, tutti possono giocare come si pretende, poi c’è sempre la possibilità che questo modo di giocare non renda al massimo. I giallorossi hanno bisogno di una ristrutturazione che in Italia non è possibile”.

In virtù dei risultati, cosa sta sbagliando?

Mutti: “E’ difficile dirlo, bisogna lasciarlo lavorare. Sta portando cose nuove, giocatori in ruoli diversi e le evoluzioni tattiche sono scoperte che vanno adattate alle situazioni giuste, che nel migliore dei casi andranno ad evolversi positivamente. Ovviamente se i risultati non arrivano, è normale che si vengano a creare malumori e difficoltà”.

Mondonico: “Niente, è solo il calcio italiano che non combacia con il suo modo di vedere il calcio. Per portare i tuoi ragazzi a giocare in una certa maniera ci vuole tempo. In Italia invece funziona così: hai sei mesi canonici che si danno a tutti, se i risultati arrivano bene, altrimenti o cambi o vieni cambiato”.

La mancanza di “gavetta” può essere un fattore determinante?

Mutti: “Io penso che l’esperienza e la meritocrazia siano fattori importanti, perché vuol dire aver passato tanto tempo nell’ambiente. Vuol dire aver vissuto situazioni particolari, aver lavorato con giocatori e dirigenze diverse. I tempi però cambiano e viene subito messo tutto in mano ad allenatori giovani, che si trovano a gestire gruppi importanti, solo in virtù del loro passato da calciatori. Poi ogni società e dirigenza fanno le loro valutazioni”.

Mondonico: “E’ normale che agli allenatori stranieri abbiano più tempo di quelli italiani. Per esempio come successe con Eriksson, ma quando il tempo è scaduto, la gente e la società pretendono i risultati. Non penso sia una questione di gavetta: il calcio non è una materia cosi difficile da averne bisogno. Mangia ne ha? Anche nelle giovanili se non arrivano i risultati vieni sostituito. Se tutti ci attaccassimo tutti all’esperienza i giovani non avrebbero più spazio”.

A cura di Angelo Papi

 

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