CORRIERE DELLO SPORT. Roma-Luìs Enrique, fiducia condizionata

Luis Enrique

(R. Maida) – Si va avanti, alla ricerca della normalità in un momento non ordinario. Si va avanti almeno fino alla partita con la Juventus. Roma e Luis Enrique insieme. Il lunedì delle riunioni dirigenziali ha portato a questo orientamento. Niente progetti di esonero, niente avvisaglie di dimissioni. Ora l’allenatore parlerà ai giocatori, chiedendo la fiducia. Se lo spogliatoio non manifesterà perplessità eccessive, Luis Enrique sarà in panchina anche lunedì prossimo per cercare di raddrizzare la situazione.

LA GIORNATA – Ieri, dopo la débacle di Firenze, a Trigoria si sono visti tutti tranne l’allenatore, che ha sfruttato (legittimamente) il giorno di riposo per rilassarsi con la famiglia. C’era il presidente DiBenedetto, c’erano Baldissoni e Fenucci, c’era Sabatini ancora debilitato dall’influenza e c’era anche Baldini, rientrato da Reggello in mattinata. «Nessun summit speciale» , assicurano i protagonisti. Ma è evidente che non è stata una giornata qualsiasi. Per la prima volta, la nuova Roma deve gestire la contestazione dei tifosi.

RILETTURA – Il dissenso dell’ambiente, comunque, non condizionerà i dirigenti della Roma. Che hanno confermato l’intenzione di «tenere la barra dritta finché è possibile» , per usare le parole di Baldini. Non si può continuare a perdere – in questo senso il calendario non aiuta con Juve e Napoli una dietro l’altra – ma nemmeno vanno cancellate le cose buone che la squadra ha costruito in questi primi mesi di approccio al nuovo calcio. Anzi ad alcuni (solo alcuni) il primo tempo di Firenze è piaciuto, per l’atteggiamento propositivo che la squadra ha mantenuto nonostante l’inferiorità numerica.

IL SOGNO – A qualcuno, poi, è sembrato di avere le visioni quando a Trigoria è apparso Vincenzo Montella. Una visita già programmata, per questioni personali, che ovviamente non ha nulla a che fare con un eventuale cambio tecnico. Montella allena ormai il Catania e non potrebbe per regolamento passare alla Roma in questa stagione. Certo, vista l’aria che tira, forse l’appuntamento poteva essere spostato.

LA SFIDA – Oggi invece Luis Enrique tornerà al lavoro. Preoccupato dai mancati progressi della squadra, stralunato per gli insulti dei tifosi, ha un’idea molto chiara sulle prossime mosse. Vuole che la società si faccia sentire con i calciatori, rafforzando la posizione di chi li guida. E nello stesso tempo intende parlare a quattr’occhi alla squadra. Potrebbe prima confrontarsi con i leader, da Totti a De Rossi, da Borriello a Perrotta, fino a Heinze che rappresenterebbe gli ultimi arrivati, poi con il gruppo al completo. Solo se incontrasse ostilità tra i suoi ragazzi deciderebbe di andarsene subito.

NIENTE FORZATURE – Ok, ma qualora si dimettesse? La Roma si troverebbe spiazzata ma non cercherebbe di trattenerlo. A Trigoria viene considerato uno sbaglio concettuale. Baldini si metterebbe in cerca di un sostituto, in fretta e furia. Non sarebbe peraltro la prima volta, per lui. Nel 2004, dopo essere stato mollato da Capello, ingaggiò in poche ore Prandelli.

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