CORRIERE DELLA SERA. Totti prova a riprendersi la Roma

Ieri, per la prima volta da quando Luis Enrique allena la Roma, in conferenza stampa non c’è stata nemmeno una domanda su Francesco Totti. Segno dei tempi che cambiano, o forse il processo di normalizzazione del capitano iniziato la scorsa estate è arrivato a compimento. Il fatto singolare è che stasera, dopo 72 giorni dall’ultima volta (Roma-Atalanta del primo ottobre), Totti, fascia di capitano al braccio, tornerà titolare. Il ruolo dipenderà dal toto-Luisito e dalla disponibilità o meno di Erik Lamela, che ieri ha lasciato il campo in anticipo a causa di un problema gastrointestinale.
Trequartista o attaccante, comunque, il capitano proverà a riprendersi la Roma e magari a cancellare lo zero dalla casella dei gol segnati: non gli era mai capitato di restare a secco nelle prime tredici giornate di campionato. Da questo punto di vista la Juve e Buffon sono gli avversari ideali: ai bianconeri ha già segnato 8 volte in carriera,al suo amico Gigi 9.Statistiche che però non fanno stare tranquillo il tecnico spagnolo, sempre più nervoso e sotto pressione a causa dei risultati che non arrivano.

Stavolta il nervo scoperto risponde al nome di Marco Borriello, titolare l’ultima volta il 23 ottobre contro il Palermo. «Sono stanco – è sbottato Lucho – di dover spiegare ogni volta perché gioca uno piuttosto che un altro. Io penso sempre prima di tutto alla squadra, devo rispondere in modo politico e continuerò a farlo. A me non interessano le cavolate, cerco di controllare il gruppo e faccio in modo che tutti pensino prima alla squadra che al loro interesse. Posso anche sbagliare, ma le mie scelte sono sempre tecniche. Sono io che vedo tutti i giorni la squadra lavorare. Io penso al presente e i miei giocatori sanno che l’unico modo per guadagnarsi un posto è lavorare di più».

La gara con la Juve può segnare la svolta della stagione o far sprofondare sempre di più la Roma. Luis Enrique sembra non pensare alle conseguenze che potrebbe avere un risultato negativo per il futuro suo e della squadra. «Non mi preoccupa niente altro che non abbia a che fare con quello che succede in campo e con il risultato. E poi non posso preoccuparmi di cose che non posso controllare. Dimissioni? Nel calcio mai dire mai…».

A sentirlo parlare, però, l’ipotesi di abbandonare la nave non sembra sfiorarlo. «La partita di Firenze mi ha rinforzato come allenatore perché nonostante l’inferiorità numerica abbiamo continuato a fare la nostra proposta, ci siamo presi i rischi e poi sappiamo come è finita. Le regole del calcio sono queste, quando le cose non vanno si cerca un colpevole. Nella Roma il primo responsabile sono sempre io».

Non è un caso, secondo Lucho, che la Juve arrivi a questo confronto imbattuta. «Sarà una partita difficile come quella col Milan, perché la Juve è fortissima e ha una grande possibilità di vincere lo scudetto. Conte è un ottimo tecnico e i suoi giocatori attaccano e difendono in 11, sono sulla strada giusta per essere i migliori del campionato. Per vincere dovremo mostrare la nostra versione migliore e giocare senza paura: essere i primi a batterli deve essere uno stimolo».

Top