REPUBLICA.IT: Tensione alle stelle, Osvaldo colpisce Lamela

Pablo Daniel Osvaldo

L’episodio avvenuto nello spogliatoio di Udine. L’attaccante, dopo una discussione accesa, ha sferrato un pugno al giocatore argentino. Le scuse non sono bastate ad evitargli la ‘punizione’ del club, sospensione di 10 giorni e niente Fiorentina. Nervi e tensioni? Di più. La sconfitta con l’Udinese è esplosa in furente nervosismo, nello spogliatoio dello stadio Friuli. Degenerando oltre il controllo: Daniel Osvaldo, dopo una discussione accesa con il compagno Erik Lamela, lo ha colpito al volto. Un episodio grave, a cui la società, su iniziativa voluta dall’allenatore, ha risposto disponendo lo stop dell’attaccante per dieci giorni, fino alla gara con la Fiorentina da cui, a questo punto, Osvaldo verrà escluso. Tutto è accaduto dopo il fischio finale della partita che ha visto la Roma sconfitta per 2-0 dall’Udinese di Guidolin. Osvaldo, e non solo lui, aveva rimproverato ai giovani un’applicazione al di sotto delle proprie possibilità. I toni si sono infiammati e il centravanti ha colpito al volto il diciannovenne trequartista argentino. Un episodio consumato in un attimo, e interrotto immediatamente dall’intervento del resto della squadra. Ma che ha lasciato una forte tensione latente che chiunque ha potuto respirare nei minuti successivi. Stamattina, quando la squadra si è ritrovata dopo un giorno di riposo, il primo a prendere la parola nello spogliatoio è stato proprio Osvaldo. L’attaccante ha voluto scusarsi prima di tutto con Lamela (pare lo avesse già fatto nelle ore successive allo scontro), poi anche con squadra e allenatore. Proprio Luis Enrique, però, ha chiesto e ottenuto il provvedimento della società, che sospenderà Osvaldo per 10 giorni, fino a dopo la partita con la Fiorentina. In più, una multa salatissima che il club stabilirà nelle prossime ore. Una scelta per far passare un messaggio chiaro: prima del campo, viene il rispetto dei singoli.

TENSIONI, MALUMORI, ESCLUSIONI – Rispetto, ma anche quei valori su cui la società non ha alcuna intenzione di derogare. L’episodio di Udine, seppure già rientrato almeno all’interno del gruppo (proprio Lamela è stato il primo nella mattinata di Trigoria, a perorare la causa del compagno chiedendo che venisse “assolto”), lascia però strascichi su cui riflettere. Anche perché lo spogliatoio di Trigoria, nelle ultime settimane, si è spesso trasformato in una polveriera, dalla discussione tra Heinze e Luis Enrique che aveva portato all’esclusione dell’argentino a Novara, al soprannome – Zichichi, per intendere ironicamente di avere a che fare con uno scienziato – che qualche giocatore aveva rifilato alcune settimane fa proprio al tecnico. Un’emotività deflagrante, quella che serpeggia all’interno degli uomini giallorossi, che trasforma ogni sconfitta in un piccolo dramma sportivo. In più, incomprensibili mutamenti nell’umore dei singoli: basti pensare che proprio Osvaldo, il giorno prima della gara di Udine, era stato applaudito dal ct Prandelli per non aver protestato eccessivamente dopo il gol annullato contro il Lecce. Poche ore, ed è arrivato il colpo al volto di Lamela, che rischia di costargli la maglia azzurra: per il codice comportamentale che vige in azzurro, il centravanti italo-argentino potrebbe restare fuori dal prossimo giro di convocazioni, a febbraio. Intanto, salterà Firenze. Ma Luis Enrique, e ancora di più il mental coach Llorente, dovranno iniziare a preoccuparsi davvero di controllare gli umori di una squadra sull’orlo di una crisi di nervi.

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