IL MESSAGGERO. Lamela, l’esordio sa di favola

Erik Lamela

(M.Ferretti) Un’occhiata in mezzo, un’altra al portiere del Palermo e, oplà, il colpo del campione: diagonale alto a giro di sinistro sul palo lontano.

Erik Lamela, 19 anni e 19 milioni abbondanti (commissioni comprese) per arrivare all’Olimpico da Buenos Aires, si è presentato così al pubblico della Roma e d’Italia. Un gol bellissimo e pesante, firmato pochi minuti dopo l’inizio della sua prima uscita assoluta con la maglia giallorossa. Bene, no? Forse neppure lui, il talento di Buenos Aires, aveva immaginato (o sognato) un debutto così bello e emozionante. Come in una favola, compresi gli applausi di Francesco Totti, in piedi come tutti i tifosi giallorossi di fronte a tanta bellezza. Il giusto premio per le tante cose brutte che l’argentino ha dovuto affrontare dal giorno del suo arrivo, con una caviglia gonfia così, a Trigoria.

Dopo settimane e settimane di infermeria e fisioterapia, Erik ha (ri)cominciato ad assaggiare il campo e, alla prima occasione utile,Luis Enrique – complice l’assenza di Totti – non ci ha pensato due volte prima di mandarlo in campo, e da titolare.«Lamela è un calciatore forte che ha segnato un gol bellissimo, ma a me è piaciuto anche il suo comportamento durante tutta la partita. Conoscevo il suo stato fisico, ieri (sabato, ndr) ho deciso la formazione titolare. Erik è entrato in campo con grande personalità, e non solo per il gol. Ha 19 anni ed è un giocatore diverso. Ha grande qualità ma deve apprendere ancora tanto e deve migliorare. Ha l’atteggiamento e la voglia per migliorare. Ascolta sempre cosa dicono i compagni e sono contento per lui. È speciale, è un calciatore straordinario», le parole di Luis Enrique.

L’argentino, che con la sua prodezza ieri sera ha scatenato tutti i maggiori siti internet di Argentina (Olé: Lamela ha regalato la vittoria alla Roma con un golazo), è stato voluto a tutti i costi da Walter Sabatini, il ds della Roma, che ieri non nascondeva la propria soddisfazione. «Piano con i paragoni con Pastore: non credo di poter fare un parallelo, sono diversi. Pastore gioca un calcio tutto suo. Lamela ha giocato in maniera autoritaria, anche se gli manca molto sul piano del ritmo e dei movimenti anche perche si è allenato poco con la squadra», il virgolettato di Sabatini. E ancora. «Che tipo di prospettive ha? È un ragazzino e dovremo tenerlo coperto perché Roma è una città estremamente generosa e quindi dovremo stare attenti e anche lui deve esserlo».
E su Twitter, in serata lo stesso Erik non ha nascosto il suo entusiasmo: «Molto felice perché ho iniziato a giocare e anche di più perché abbiamo vinto. Forza Roma!», ha scritto l’argentino sul suo profilo ufficiale.

E adesso? Da oggi la Roma comincerà a pensare alla partita di mercoledì in casa del Genoa e Lamela comincerà a pensare alla possibilità di esser confermato: la concorrenza, lo sa alla perfezione, non manca e per conquistare ancora la fiducia di Luis dovrà dimostrare sul campo di allenamento che la fantastica rete segnata al Palermo appartiene già all’archivio. Perché solo dando continuità alla prestazione di ieri, e dimostrando di saper reggere bene l’inevitabile pressione che ci sarà su di lui dopo quel sinistro all’incrocio dei pali, potrà far vedere a tutti di avere le carte in regola per recitare un ruolo di primo piano nel mondo del calcio. L’età, e soprattutto la classe, giocano a suo favore.

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