IL MESSAGGERO. De Rossi: “Stiamo diventando una squadra vera”

Daniele De Rossi in azione

(S.Carina) Non ha segnato ma il salvataggio al volo nella ripresa sul tiro-cross di Ilicic vale un gol. Daniele De Rossi, ieri capitano per l’assenza di Totti, appare rinfrancato dopo la vittoria sul Palermo. Glissa sul contratto – «Quello che c’era da dire l’ha detto il direttore generale qualche giorno fa. Non è cambiato nulla dall’ultima volta. Non c’è niente da aggiungere» – ma è disponibilissimo a parlare della gara: «E’ stata una vittoria importante ma sofferta anche se credo sia normale visto che affrontavamo il Palermo. Abbiamo fatto una partita da squadra. Poi ci sono stati gli errori alternati a cose buone ma abbiamo ammirato un gruppo compatto. Più compatto di quello visto nel derby anche se in 10 è sempre più difficile giocare. Mi ripeto: vedo sprazzi di una squadra vera. C’è un’idea a prescindere da chi gioca».

A differenza di Luis Enrique – che almeno pubblicamente fa finta di non guardare la classifica – De Rossi non si sottrae dall’analizzare il campionato: «Non essere dove ci troviamo dopo 7 partite sarebbe stato gravissimo. Nonostante la rivoluzione siamo lì e questo è importante, anche perché è un torneo equilibrato e la classifica è abbastanza corta». Nel finale gli è toccato riprendere José Angel: «A me dispiace – abbozza un sorriso – soprattutto quando lo devo fare con un giovane ma lo dico per lui. Secondo me può diventare un fuoriclasse del ruolo con un pizzico di cattiveria in più in fase difensiva». Per la prima volta nella stagione, dall’inizio ha giocato insieme ad altri due registi,Gago e Pizarro«Niente nasce per caso in questa squadra. C’è un’idea ben precisa che a volte magari abbiamo fatto fatica a mettere in atto ma c’è e a prescindere da chi scende in campo sono tutti calciatori di qualità e si vede».

A proposito del cileno, il Pek si mostra entusiasta delle idee di Luis Enrique: «A me questo modulo piace tantissimo, perché si gioca a calcio – spiega – giocare con tre registi è un’idea del mister. Lui vuole avere tante alternative: vuole fare movimento e avere possesso palla. Il compagno deve trovarsi libero in modo che chi ha il pallone abbia più opzioni. Luis Enrique è stato bravo: ha portato gioventù, voglia e passione. Ne ha tantissima in quello che fa. Penso che si veda anche da fuori che seguiamo le sue idee, anche quando perdiamo».


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