IL MESSAGGERO. Bello giocare con la crisi alle spalle

Bojan

(V.Cerracchio) Certo due settimane di passione e di chiacchiere non ce le leva nessuno, non basterà una nazionale già qualificata per gli Europei a distogliere l’attenzione dei tifosi.Ma senza l’atmosfera cupa di certi scontri recenti, tra crisi striscianti e paure correnti. Certo i biancocelesti ne hanno persi cinque di fila, ci sarà tempo per sfottò e proclami di rivincita.Alla Roma euforica di sabato – visto come parla in asturio-romano Luis Enrique, ora che i suoi giocano come vuole lui? – ha risposto ieri a Firenze una Lazio superlusso. Due gol d’autore e una personalità di tutto rispetto. Nella scorsa stagione, Reja questa sfida l’avrebbe persa. Perché i viola di Mihajlovic le loro belle occasioni per vincere se le sono create. Solo che stavolta, proprio grazie ai cambi azzeccati del tecnico friulano, la Lazio ha saputo aspettare, soffrire e ripartire sempre con determinazione. E una volta in vantaggio, ha gestito, grazie all’innesto del palleggiatore Matuzalem, gli ultimi contrassalti. Niente di speciale? Beh, dopo essere tornati dalla trasferta di coppa alle 5 del mattino di venerdì, chi avrebbe scommesso su una simile tenuta dei biancocelesti a 30 gradi?Visti sabato Bojan segnare leggiadro, Osvaldo a raffica, Simplicio con sprint da ventenne, la domenica ha rilanciato Hernanes e confermato che Klose è un fuoriclasse. Ma intorno a loro i centrocampisti hanno lottato e le difese inedite (Heinze più Burdisso, Stankevicius con Dias) limitato il passivo. La Roma si porterà il dubbio Totti e quindi benedice la sosta, la Lazio aspetterà con ansia il ritorno dei propri nazionali. Il campionato vede in testa la Juventus, che ha piegato il Milan con due gol nel finale, e l’Udinese non più sorpresa. Subito dietro il Napoli con l’altro Sud di Cagliari e Palermo. E l’Inter? Teme, senza dirlo, alti complotti.

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