GAZZETTA DELLO SPORT. Gli errori di Enrique Roma senza soluzioni se si pressa De Rossi

Luis Enrique in conferenza

(A.Pugliese) Il peso di un derby perso, le scelte contraddittorie, l’incapacità di creare un sistema di gioco alternativo e capace di controbattere alle mosse (pressing alto su De Rossi) della Lazio.

Il giorno dopo per Luis Enrique c’è il processo mediatico, anche se molto meno duro rispetto ai giorni del post-Bratislava o del post-Siena.

MODULO Il primo nodo del post-derby è il modulo di gioco. Luis Enrique si è difeso a fine gara dicendo che la Roma non è stata capace di «far uscire palla» dal pressing della Lazio. È la verità, perché Reja ha fatto una mossa molto semplice (pressione di Hernanes su De Rossi, soprattutto se spalle alla porta avversaria, con Cisse e Klose a dar fastidio ai due centrali di difesa in fase di impostazione) e la Roma è andata in tilt, perdendo la sua unica fonte di gioco. A questa situazione qui, Luis Enrique non è stato in grado di contrapporre soluzioni alternative (magari chiedendo a Gago di abbassarsi per andare a giocar palla lui). Né di cambiare pelle in corsa, affidandosi quasi esclusivamente al lancio lungo di Stekelenburg sulle punte.

SCELTE E il modo in cui Reja ha «incartato» lo spagnolo dimostra come la Roma non possa prescindere dall’utilizzo di Juan, l’unico dei 4 centrali di difesa ad avere piedi eleganti e capacità nella costruzione del gioco. Ed invece il brasiliano è finito ancora in tribuna, con la richiesta di pazientare un’altra settimana. Juan ha accettato, ma è alla finestra. Attende di vedere cosa succederà con il Palermo. Dovesse restare ancora fuori (e magari ancora in tribuna), il problema sarebbe lì, dietro l’angolo. Anche se, l’assenza per squalifica di Kjaer (su di lui Zamparini ha detto «Ha fatto un errore di inesperienza, ma non è scarso, deve fare esperienza, lo riprenderei subito a Palermo») libera un posto e limita la concorrenza a Burdisso (la sua esclusione domenica ha fatto sobbalzare più di qualcuno) ed Heinze «Ma io non penso che Luis Enrique abbia delle colpe — dice Boniek —. In settimana avrà visto più in palla alcuni giocatori, tipo Kjaer. È uno che sembra avere delle ottime idee, bisogna dargli il tempo di trasmetterle alla squadra».

ALTALENA È vero, la rosa è lunga. Senza Europa League lunghissima. Ma sorprende il fatto che Luis Enrique voglia a tutti i costi far vedere che conta la settimana e non le gerarchie, pensando che il rendimento alla fine non cambi, a prescindere dagli interpreti. Così, per esempio, succede che un giocatore come Fabio Simplicio (di certo non un Totti, De Rossi, Burdisso o Pjanic) con l’Atalanta vada dentro a sorpresa da titolare, giocando benino e risultando decisivo (con gol), per poi riaccomodarsi tranquillamente in tribuna la partita dopo. O che Borriello (ieri su Twitter ha girato una sua frase, «Brocchi ha rovinato il derby», che poi il giocatore ha smentito) continui a sedere in panchina, anche quando la Roma è schiacciata e ha bisogno di un attaccante in grado di farla respirare, tenendo palla alta. Sfruculiando tra le scelte di Luis Enrique, poi, si scopre che domenica aveva anche deciso di dare spazio ad Erik Lamela, magari negli ultimi 20 minuti. Poi la partita ha preso un’altra piega. Lamela ci è rimasto male, ma ha capito. Ma ora punta anche lui al Palermo. Che sia la sfida degli esordi..

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