GAZZETTA DELLO SPORT. Casiraghi:”Osvaldo dopo la Spagna è più maturo”

Pablo Daniel Osvaldo

 

(Andrea Elefante)  Fra nostalgia o gratificazione, Gigi Casiraghi fa due conti volentieri: «Sono 14: tanti, eh?». Quattordici degli azzurri convocati da Prandelli all’ultimo giro sono stati suoi ragazzi, nell’under 21 o nell’Olimpica. Ce n’è abbastanza per un 3-4-3«anomalo» a centrocampo, con l’imbarazzo della scelta per i tre attaccanti: Sirigu, Chiellini, Criscito, Ogbonna, Aquilani, Cigarini, Marchisio,Montolivo, Nocerino, Balotelli, Giovinco, Rossi, Pazzini e Osvaldo. Già, Osvaldo: in azzurro lo fece debuttare Casiraghi, il 16 novembre 2007, Italia-Azerbaigian 5-0, qualificazioni all’Europeo 2009. E Osvaldo, firmando il gol nella finale vinta contro il Cile 1-0, pochi mesi dopo regalò a lui e all’Olimpica il Torneo di Tolone 2008.

«Purtroppo poi non lo portai a Pechino: avevo 18 giocatori contati, scelsi Giovinco e Rossi, più Rocchi come fuori quota».

Però aveva già capito che…
«In prospettiva vedevo qualità importanti, fisiche e tecniche. Allora aveva ancora un po’ il difetto della discontinuità e magari non era pronto a livello di carattere: sanguigno comeun italianomaanche un sudamericano, era troppo influenzabile».

Quanto è migliorato l’Osvaldo di oggi, rispetto ad allora?
«Molto, soprattutto per quello che riguarda la fase realizzativa, la presenza in area e poi anche la capacità di restare “dentro” la partita. Credo lo abbia maturato molto l’esperienza in Spagna».

Oggi vede un giocatore diverso anche a livello di caratteristiche?
«Lui è molto duttile per natura: già a Lecce faceva la punta centrale, ma anche l’esterno. Tatticamente si adatta a fare tutto, in campo ha sempre saputo muoversi bene. E ha ragione Prandelli: è un attaccante moderno, perché ha una buona qualità media di tutte le caratteristiche, ovvero forza, resistenza, velocità».

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