CORRIERE DI ROMA. Roma, la sindrome della coscia

Rocci e Juan

(R.Maida) La coscia di Pjanic ha resistito a 96 minuti molto intensi, dopo due partite di break che ne avevano messo a rischio la presenza contro il Milan. Questa reazione ordinaria di un calciatore è stata accolta come una grande notizia a Trigoria. Perché se Achille aveva nel tallone il suo punto debole, la Roma ha proprio nella coscia la sua zona critica: dall’inizio del ritiro sono stati dieci gli infortuni muscolari, tutti lì, tra l’anca e il ginocchio.

DISCUSSIONI -La coincidenza (?) è stata naturalmente notata anche dallo staff medico della Roma, da quest’anno guidato dal professor Gemignani. I muscoli della coscia, specialmente i flessori, sono statisticamente i più antipatici per i calciatori, per il tipo di sollecitazioni che ricevono durante allenamenti e partite. Ma la percentuale del cento per cento, dieci su dieci, è considerata anomala, molto superiore alla media delle altre squadre di serie A. E allora viene il sospetto che la preparazione atletica, concordata tra Luis Enrique e il giovane Cabanellas, sia troppo dura per le gambe dei giocatori. Non tanto la preparazione estiva, alla quale non hanno preso parte gli ultimi acquisti Pjanic, Kjaer e Borini, tre dei giocatori fermati dalla sindrome della coscia fragile. Potrebbe invece essere il lavoro quotidiano, quello che si fa a Trigoria e che aiuta a mantenere lo stato di forma ottimale tra una partita e l’altra, a sfibrare i muscoli. Sono solo ipotesi: in medicina non va mai esclusa la casualità.
DI MALE IN PEGGIO -La prima vittima in ordine cronologico è stata Leandro Greco, che ha perso metà del precampionato a causa di una lesione alla coscia sinistra (in quel caso il muscolo interessato era il retto femorale). E per restare ai romani, Totti è ancora fuori per i complicati problemi che hanno provocato la sciatalgia: è passato un mese esatto da Roma-Atalanta. Il record però è di Cicinho, che è stato bloccato due volte: prima dalla coscia destra e poi dalla coscia sinistra, per par condicio . Gli ultimi due infortuni risalgono alla partita contro il Milan. E sono brutti.Fabio Borini potrebbe fermarsi per due mesi, anche se ieri mattina si è svegliato con meno dolore rispetto al momento dell’incidente. Poteva camminare, zoppicando un po’, mentre sabato aveva lasciato gli spogliatoi a bordo di una macchinetta elettrica. E poi c’è Juan, che è uscito dal campo scuotendo la testa. Ha capito di essere stato tradito per l’ennesima volta dai suoi muscoli. Anche per questo nelle ultime settimane aveva preferito autogestire l’impegno e la ferocia negli allenamenti, a costo di risultare indolente agli occhi di Luis Enrique. Conosceva i limiti del suo corpo.
ESAMI Stamattina tutti e due saranno sottoposti a ecografia e risonanza magnetica, in modo da accertare la diagnosi. La preoccupazione maggiore è per Borini, la cui lesione è sembrata molto più profonda. Ma anche con Juan, ricordando i problemi dei quattro anni alla Roma, si andrà cauti.
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